LA PREPARAZIONE La 250c.c. fu rifatta in buona parte, con concetti ancora più moderni acquistando una sua personale fisionomia. Per quanto riguardava il motore, la testa venne rivista esteticamente, mostrando un architettura inusitata, di disegno molto originale, con alettatura più estesa e squadrata, caratterizzata dai coperchi d'accesso alle doppie molle a spillo di forma rettangolare; il magnete prese il posto della dinamo, che passò dietro, per collocarsi proprio davanti al cilindro. Per la parte ciclistica, le modifiche più importanti riguardarono la sostituzione della forcella anteriore a parallelogramma con una bella telescopica a perno avanzato e freni di nuovo disegno. Anche l'aspetto estetico migliorò con l'utilizzo di un grande serbatoio dell' olio completamente alettato e realizzato in fusione d'alluminio. Inoltre l'adozione di un nuovo serbatoio per il carburante, tondeggiante, al posto di quello quasi a goccia di forma più antiquata, conferì al complesso una linea veramente moderna, morbida ed equilibrata. Motore 250c.c. MonoAlbero Sport e Competizione del 1947 Motore 250c.c. MonoAlbero Corsa del 1947 Spaccato del motore 250c.c. MonoAlbero del 1947 A metà del 1948 erano già state consegnate quasi cento macchine, molte utilizzate per le corse con il risultato che l'attività sportiva trovò riscontro nell'albo d'oro dell'annata con undici vittorie, dieci secondi posti e cinque terzi piazzamenti. La soddisfazione più grande giunse dall'ottimo pilota piacentino Piero Cavaciuti che si aggiudicò autorevolmente il Campionato Italiano di velocità. |